Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: La valutazione complessiva degli elementi di prova, costituiti dalle dichiarazioni di testimoni ritenuti attendibili, dalle attività di osservazione e intercettazione svolte dalla polizia giudiziaria, nonché dalle dichiarazioni dei clienti del locale, può integrare gravi indizi di colpevolezza per il reato di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione, anche in assenza di una prova diretta della sussistenza di un accordo stabile tra gli indagati. In tali casi, il giudice di merito può legittimamente disporre misure cautelari, in quanto il quadro indiziario complessivo risulta idoneo a giustificare il pericolo di reiterazione del reato. La Corte di Cassazione, in sede di legittimità, non può riesaminare le risultanze istruttorie, ma deve limitarsi a verificare la logicità e la congruità della motivazione adottata dal giudice di merito nell'applicazione delle misure cautelari.