Cassazione penale Sez. III sentenza n. 34225 del 22 settembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:34225PEN

Massima

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L'abuso della qualità di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio, al fine di compiere atti sessuali nei confronti di persona sottoposta alla propria autorità o vigilanza, integra il reato di violenza sessuale aggravata, essendo tale condotta lesiva della libertà e dell'autodeterminazione sessuale della vittima, nonché della fiducia e del rispetto che il cittadino deve riporre nell'operato di coloro che rivestono funzioni pubbliche. In tali casi, la misura cautelare della custodia in carcere risulta adeguata e proporzionata, in considerazione della gravità del fatto, della posizione di preminenza dell'agente e del pericolo di reiterazione del reato, essendo necessaria una tutela rafforzata della vittima e della collettività. Il principio di diritto affermato dalla Corte di Cassazione mira a garantire l'integrità fisica e morale della persona offesa, nonché il corretto e imparziale esercizio della funzione pubblica, a tutela della fiducia dei cittadini nell'operato della Pubblica Amministrazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE MAIO Guido - Presidente

Dott. CORDOVA Agostino - rel. Consigliere

Dott. PETTI Ciro - Consigliere

Dott. LOMBARDI ((omissis)) - Consigliere

Dott. GAZZARA Santi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) VA. AN. , N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 817/2009 TRIB. LIBERTA' di LECCE, del 20/11/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. AGOSTINO CORDOVA;

sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' per rinuncia.

FATTO E DIRITTO

Con ordinanza del 20.11.2009 il Tribunale di Lecce, in sede di riesame, confermava quella emessa il 28.10.2009 dal G.i…

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