La Commissione elettorale dell'Ordine forense, nell'ambito del procedimento elettorale, è tenuta a verificare il rispetto dei requisiti di eleggibilità dei candidati, anche dopo la proclamazione dei risultati elettorali e la votazione, al fine di assicurare la legittimità della composizione del Consiglio dell'Ordine. Tale verifica, tuttavia, deve essere effettuata nel rispetto del principio del contraddittorio e dell'imparzialità, con l'obbligo di astensione dei componenti della Commissione in situazione di conflitto di interessi, anche solo potenziale. L'annullamento delle operazioni elettorale per vizi procedimentali, quali il mancato rispetto del conflitto di interessi, non comporta la necessaria rinnovazione integrale del procedimento, potendosi limitare la rinnovazione agli atti successivi alla violazione, purché ciò non pregiudichi il diritto di elettorato attivo e passivo degli iscritti. La nozione di "mandato" rilevante ai fini del divieto di eleggibilità per il terzo mandato consecutivo, di cui all'art. 13, commi 3 e 4, della legge n. 113/2017, deve essere intesa in senso oggettivo, con riferimento alla durata complessiva della consiliatura e non alle vicende soggettive del singolo consigliere, risultando irrilevanti le dimissioni anticipate o il subentro per scorrimento della graduatoria.