Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 25839 del 4 luglio 2007

ECLI:IT:CASS:2007:25839PEN

Massima

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La sussistenza dell'aggravante di cui all'art. 7 della Legge n. 203 del 1991, che prevede un aumento di pena per i reati commessi avvalendosi delle condizioni previste dall'art. 416-bis c.p. o al fine di agevolare l'attività delle associazioni di tipo mafioso, richiede la presenza di elementi concreti e specifici idonei a dimostrare che la condotta criminosa sia stata posta in essere con modalità tali da evocare nel soggetto passivo l'esistenza di un'organizzazione criminale di stampo mafioso, capace di esercitare una particolare coartazione psicologica. Non è sufficiente la mera contestualizzazione geografico-ambientale o la semplice dimostrazione di una spiccata capacità criminale dell'agente, essendo necessario accertare la ricorrenza di indizi gravi, precisi e concordanti che diano conto della concreta idoneità della condotta a incutere timore e soggezione nell'animo della vittima, in ragione del collegamento con un'associazione mafiosa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLIVA Bruno - Presidente

Dott. MARTELLA Ilario - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) ME. VI., N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 28/11/2006 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARTELLA ILARIO SALVATORE;

lette/sentite le conclusioni del S.P.G. Dr. CIAMPOLI L., di inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

1. Il Tribunale di Napoli, con provvedimento in data 28.11.2006, confermava l'ordinanza 16.11.2006 emessa dal G.I.P. dell'omonimo Tribunale, con la quale si disponeva la misura cautelar…

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