Cassazione penale Sez. II sentenza n. 34910 del 13 agosto 2013

ECLI:IT:CASS:2013:34910PEN

Massima

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La testimonianza della persona offesa, ove ritenuta intrinsecamente attendibile, costituisce una valida fonte di prova, purché la relativa valutazione sia sorretta da un'adeguata motivazione che dia conto dei criteri adottati e dei risultati acquisiti. Il giudice di merito ha il compito di accertare la credibilità soggettiva ed oggettiva della persona offesa, senza che siano necessari ulteriori riscontri esterni, salvo il caso in cui emergano manifeste contraddizioni nella motivazione. Il sindacato di legittimità della Corte di Cassazione è limitato ai soli vizi logici o giuridici di macroscopica evidenza, restando ininfluenti le minime incongruenze. Le censure del ricorrente devono tenere conto delle argomentazioni esposte nel provvedimento impugnato, senza proporre una diversa lettura del materiale probatorio, inammissibile in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. FIANDANESE Franco - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita B. - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) (n. il (OMISSIS));

avverso la sentenza della Corte d'appello di Brescia, 1 Sezione penale, in data 16.04.2012;

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal Consigliere Dr. ((omissis));

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, Dr. ((omissis)), il quale ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

Con sentenza del 28.05.2010, il Tribunale di Brescia dichiaro' (OMISSIS) re…

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