La sospensione dei termini processuali prevista dal Decreto Legge n. 18 del 2020, art. 83, commi 2 e 4, opera anche per i termini di durata massima della custodia cautelare di cui all'art. 303 c.p.p., indipendentemente dalla fase procedimentale in cui si trovi il processo, ivi compresa quella delle indagini preliminari. La richiesta di procedere formulata dall'indagato o dal suo difensore ai sensi del comma 3, lett. b) del medesimo art. 83, ha effetto limitato al solo procedimento incidentale in cui è stata proposta, senza estendersi al procedimento principale, in quanto la decorrenza dei termini costituisce un'eccezione alla regola della sospensione che deve essere interpretata in modo restrittivo. Ai fini della valutazione della sussistenza delle esigenze cautelari, il decorso del tempo della custodia cautelare è un elemento da considerare, ma non è determinante, dovendo il giudice valutare complessivamente la gravità del fatto, la personalità dell'indagato e ogni altro elemento rilevante. Inoltre, l'inadeguatezza degli arresti domiciliari può essere motivata anche in assenza di proposte abitative specifiche, ove il giudice ritenga tale misura inidonea a soddisfare le esigenze cautelari.