L'abrogazione di una norma penale incriminatrice, conseguente a una modifica legislativa, rientra nell'ambito di applicazione dell'art. 673 c.p.p., comma 1, che prevede la revoca della sentenza di condanna per il reato non più previsto dalla legge come tale. Tale abrogazione non discende dalla sola interpretazione giurisprudenziale, anche se autorevole, ma dalla chiara innovazione normativa, che, nel caso di specie, ha sostituito la congiunzione alterniva "ovvero" con quella copulativa "e" nell'art. 6, comma 3, del d.lgs. n. 286/1998 (Testo Unico sull'immigrazione), richiedendo ora l'omessa esibizione cumulativa del passaporto e del permesso di soggiorno da parte dello straniero regolarmente presente in Italia, circostanza incompatibile con la condizione di clandestinità dello stesso. Pertanto, in presenza di una modifica legislativa che ha determinato l'abrogazione implicita della norma penale applicata, il giudice dell'esecuzione è tenuto a revocare la sentenza di condanna, senza necessità di alcuna valutazione nel merito del processo già definito in via irrevocabile.