Il provvedimento di confisca di un bene, disposto dal giudice della cognizione in un momento successivo alla pronuncia della sentenza di condanna, è abnorme e pertanto impugnabile con ricorso per cassazione. La confisca, essendo una misura di sicurezza di natura accessoria, deve essere disposta contestualmente alla sentenza di condanna, ai sensi degli artt. 205 e 236 c.p., non essendo possibile integrarla a posteriori con un provvedimento autonomo. L'omissione della statuizione sulla confisca in sentenza può essere sanata solo attraverso l'impugnazione della stessa o, in caso di formazione del giudicato, con lo strumento previsto dall'art. 676 c.p.p., specificamente dettato per l'ipotesi di beni oggetto di ablazione obbligatoria. Diversamente, il provvedimento di confisca successivo alla sentenza, riguardando una misura di natura facoltativa, costituisce un'abnormità dell'ordinanza che lo ha disposto, in quanto il giudice della cognizione non può esercitare tale potere al di fuori del procedimento di cognizione.