Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 21982 del 22 maggio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:21982PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, per ragioni del proprio ufficio, abbia il possesso di denaro riscosso dai cittadini, e se ne appropri in tutto o in parte, commette il reato di peculato. Tale condotta è aggravata se realizzata al fine di occultare l'appropriazione indebita o per assicurare il profitto illecito, nonché in violazione dei doveri inerenti al pubblico servizio. La prova della condotta illecita può essere legittimamente acquisita mediante videoregistrazioni effettuate in luoghi aperti al pubblico, senza necessità di autorizzazione giudiziaria, in quanto tali luoghi non rientrano nella nozione di domicilio tutelato dall'articolo 14 della Costituzione. Il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche è legittimo ove la Corte di merito abbia adeguatamente motivato l'assenza di elementi positivi idonei a giustificarle, in considerazione della gravità della condotta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. GIORDANO Emilia Anna - Consigliere

Dott. VIGNA Maria S. - rel. Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

Dott. D'ARCANGELO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1. (OMISSIS), nata il (OMISSIS);
2. (OMISSIS), nato il (OMISSIS);
3. (OMISSIS), nata il (OMISSIS);
4. (OMISSIS), nata il (OMISSIS);
5. (OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 8/11/2021 della Corte di appello di Messina;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e i ricorsi;
udita la relazione svolta dal consigliere Maria Sabina Vigna;
lette le conclusioni del Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Cimmino Alessandro, che ha chies…

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