Il terzo interessato alla restituzione di un bene sottoposto a sequestro preventivo non è legittimato a proporre ricorso per cassazione avverso il provvedimento del tribunale del riesame che dispone la restituzione del bene, salvo il caso in cui il sequestro sia stato disposto per la prima volta dal tribunale a seguito di appello cautelare del Pubblico Ministero. Il terzo interessato ha la facoltà di intervenire nel giudizio cautelare di merito al fine di far valere le proprie ragioni, esercitando le stesse prerogative processuali delle altre parti, ivi comprese quelle di produrre documenti ed altri elementi di prova; tuttavia, in caso di mancato esercizio di detta facoltà e di un preventivo contraddittorio con le parti già formalmente costituite o intervenute nei precedenti giudizi di riesame o di appello, deve escludersi la possibilità di un intervento tardivo del terzo nel giudizio di legittimità. L'applicazione di tali principi comporta l'inammissibilità del ricorso proposto dal legale rappresentante di una società terza, non avendo lo stesso partecipato al procedimento di riesame né esercitato il diritto di intervento spontaneo, non potendo pertanto proporre impugnazione in cassazione, in quanto il giudizio ex art. 324 c.p.p. non ammette l'intervento in sede di legittimità di soggetti differenti dalle parti che abbiano partecipato alle precedenti fasi.