Cassazione penale Sez. V sentenza n. 16250 del 17 aprile 2023

ECLI:IT:CASS:2023:16250PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (stalking) di cui all'art. 612-bis c.p. è caratterizzato dalla reiterazione di condotte minacciose e moleste, tali da cagionare nella vittima un grave e perdurante stato di ansia e di paura, nonché un fondato timore per la propria incolumità. Ai fini dell'irrevocabilità della querela, prevista dal comma 4 dello stesso articolo, non è necessaria una specifica contestazione della gravità delle minacce nell'imputazione, essendo sufficiente che la condotta persecutoria risulti descritta in modo analitico e dettagliato, tale da consentire l'accertamento giudiziale della loro reiterazione e gravità. Pertanto, la remissione di querela non determina l'estinzione del reato quando le minacce, anche se non espressamente qualificate come "gravi" nell'imputazione, siano state compiutamente descritte e ritenute tali dal giudice di merito sulla base di una valutazione discrezionale, supportata da adeguata motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Presidente

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

Dott. BIFULCO Daniela - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 20/12/2021 della CORTE APPELLO SEZ.DIST. di TARANTO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere DANIELA BIFULCO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale, ((omissis)), il quale ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
udito il difensore L'avv. (OMISSIS), in qualita' di sostituto processuale cosi' come sopra rappresen…

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