Il soggetto legittimato passivamente in un'azione risarcitoria è colui che, al momento del fatto dannoso, risulta essere il gestore effettivo del bene o del servizio da cui è derivato il danno, indipendentemente da eventuali rapporti contrattuali o societari pregressi. L'onere di provare tale legittimazione passiva grava sull'attore, il quale deve fornire elementi certi e univoci in tal senso; la mera contestazione da parte del convenuto della propria legittimazione, o il fatto che questi abbia svolto difese di merito, non elidono tale onere probatorio. Il giudice di merito, nel valutare la prova della legittimazione passiva, deve attenersi ai principi di valutazione della prova di cui agli artt. 115 e 116 c.p.c., senza poter sindacare in sede di legittimità le sue valutazioni di fatto, salvo che non siano viziate da travisamento o illogicità manifesta.