Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: Nelle procedure selettive per l'assegnazione di aree in piani per gli insediamenti produttivi, la commissione giudicatrice è tenuta a rispettare i criteri di valutazione e di attribuzione dei punteggi previsti dal bando di gara, senza poter introdurre nuovi e diversi parametri di valutazione. In particolare, la commissione non può: 1) Stabilire subcriteri che alterino e squilibrino l'impianto dei criteri dettati dal bando, come nel caso in cui, per la valutazione della situazione economico-finanziaria dell'impresa, venga prevista l'attribuzione di un punteggio fisso anziché una graduazione da 1 a 3 punti come stabilito dal bando. Ciò comporta un livellamento ingiustificato delle posizioni dei concorrenti. 2) Utilizzare, per l'attribuzione del punteggio relativo alla disponibilità finanziaria, parametri che non attengono direttamente alla situazione finanziaria dell'impresa, come le caratteristiche e l'ampiezza del progetto presentato o gli investimenti da programmare, introducendo così elementi di valutazione diversi da quelli previsti dal bando. L'inosservanza di tali principi determina l'illegittimità degli atti della procedura selettiva, con conseguente loro annullamento.