Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 22000 del 9 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:22000PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di un bene, disposto ai sensi dell'art. 321 comma 2 c.p.p., è legittimo quando sussiste un concreto e specifico nesso strumentale tra l'oggetto e il reato ipotizzato, tale da renderlo suscettibile di confisca, a prescindere dalla sussistenza di gravi indizi di colpevolezza. Il giudice del riesame, nel valutare la legittimità del sequestro, non è chiamato a verificare l'effettiva sussistenza del reato, ma solo l'astratta configurabilità dell'ipotesi accusatoria, essendo tale accertamento riservato al giudice del merito. Pertanto, il sequestro preventivo di un bene può essere disposto quando esso risulta essere stato utilizzato dall'indagato per commettere il reato, anche in assenza di gravi indizi di colpevolezza, purché sussista il fumus commissi delicti, inteso come astratta configurabilità dell'ipotesi criminosa cui si connette la confisca. Il giudice del riesame, nel confermare il sequestro, può altresì valorizzare esigenze cautelari diverse da quelle poste a fondamento del provvedimento del giudice per le indagini preliminari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

CI. Pa. , nata a (OMESSO);

avverso l'ordinanza in data 21/09/2009 del Tribunale di Macerata;

esaminati gli atti, l'ordinanza impugnata ed il ricorso;

udita in camera di consiglio la relazione del consigliere Dott. ((omissis));

udito il Pubblico Ministero in persona del sostituto Procuratore Generale Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso.

FATTO E DIRITTO

1. All'esit…

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