Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13670 del 28 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:13670PEN

Massima

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Il concorso morale nella diffamazione a mezzo stampa sussiste quando gli imputati, pur non essendo gli autori materiali delle dichiarazioni diffamatorie, abbiano fornito al propalatore gli strumenti atti alla realizzazione dell'intento delittuoso, come la predisposizione di un falso dossier contenente informazioni lesive della reputazione della persona offesa. Ai fini della responsabilità per diffamazione, non è necessario che le dichiarazioni diffamatorie siano state direttamente attribuite agli imputati, essendo sufficiente che essi abbiano concorso moralmente alla loro divulgazione. Inoltre, la circostanza che la notizia diffamatoria fosse già di pubblico dominio non esclude la responsabilità degli imputati, qualora essi abbiano contribuito alla sua diffusione attraverso la predisposizione di un dossier contenente informazioni lesive della reputazione della persona offesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. SETTEMBRE Antonio - rel. Consigliere

Dott. BELMONTE Maria Teresa - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. TUDINO Alessandrina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 18/12/2017 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. SETTEMBRE ANTONIO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott.ssa LORI PERLA, che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata.
udito il difensore, avv. (OMISSIS), che si riporta ai motivi e si …

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