Cassazione penale Sez. II sentenza n. 46277 del 7 dicembre 2022

ECLI:IT:CASS:2022:46277PEN

Massima

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Il reato di estorsione sussiste quando l'agente, mediante minacce, costringe la vittima a consegnargli una somma di denaro, anche se l'agente ritiene di avere un credito risarcitorio nei confronti della vittima per presunte condotte diffamatorie di quest'ultima. Infatti, la mancata dimostrazione dell'esistenza di un diritto certo, liquido ed esigibile in capo all'agente rende illegittima la pretesa di ottenere il pagamento di una somma di denaro mediante minacce, configurando il reato di estorsione. La richiesta di risarcimento danni, anche per fatti diffamatori, deve essere avanzata nelle sedi giudiziarie competenti, senza ricorrere a condotte estorsive. Il mero pretesto di un credito risarcitorio non legittima l'utilizzo di minacce per ottenere il pagamento di una somma di denaro, integrando comunque il reato di estorsione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. RAGO Geppino - Presidente

Dott. DI PAOLA Sergio - Consigliere

Dott. BORSELLINO Maria D. - Consigliere

Dott. CIANFROCCA Pierluigi - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - est. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza resa il 25 novembre 2019 dalla CORTE di APPELLO di Ancona;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. MARIA DANIELA BORSELLINO;
sentite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. Baldi Fulvio, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso e dell'avv. (OMISSIS) che ha insistito nei motivi di ricorso.
RITENUTO IN FATT…

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