Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso il permesso di costruire rilasciato dal Comune di Montesilvano per la ristrutturazione edilizia con completamento e ampliamento di un edificio residenziale esistente, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. In materia di impugnazione di titoli edilizi, il termine di decadenza per la proposizione del ricorso decorre non dalla data di rilascio del permesso di costruire, ma dalla piena conoscenza da parte del terzo non destinatario dell'atto del progetto assentito, ovvero dalla data di ultimazione dei lavori, quando è possibile avere piena cognizione dell'esistenza e dell'entità delle illegittimità contestate. L'onere di provare la conoscenza pregressa del progetto da parte dei ricorrenti incombe sulla parte che eccepisce la tardività del ricorso. 2. Ai fini del riconoscimento della legittimazione ad agire in capo ai soggetti residenti nelle vicinanze dell'intervento edilizio contestato, è necessario che essi dimostrino, attraverso idonea documentazione, un effettivo e qualificato collegamento territoriale con l'area interessata, tale da configurare una posizione giuridica differenziata rispetto alla collettività indistinta, suscettibile di essere lesa dalle modifiche all'assetto urbanistico ed edilizio della zona. 3. Per il riconoscimento della legittimazione ad impugnare atti amministrativi in capo ad enti rappresentativi di interessi collettivi sorti in modo spontaneo, come comitati di cittadini, è necessario che essi dimostrino di possedere un adeguato grado di rappresentatività, un collegamento stabile con il territorio di riferimento e un'azione dotata di apprezzabile consistenza, anche in considerazione del numero e della qualità degli associati. Inoltre, l'interesse collettivo azionato deve essere certo che sia condiviso da tutti gli appartenenti alla categoria unitariamente considerata e non possa costituire motivo, nemmeno potenziale, di conflitto di interessi tra gli associati.