La confisca di un bene intestato a un terzo soggetto è legittima quando, sulla base di elementi gravi, precisi e concordanti, risulti che il bene rientri nella disponibilità diretta o indiretta del proposto sottoposto a misura di prevenzione, anche in virtù di una intestazione fittizia o fiduciaria. In tali ipotesi, la presunzione di disponibilità del bene in capo al proposto opera anche nei confronti del coniuge, dei figli e di coloro che hanno convissuto con lui nell'ultimo quinquennio, senza necessità di specifici accertamenti, essendo sufficiente la dimostrazione della incompatibilità tra il tenore di vita e l'entità dei redditi appartenenti o dichiarati. L'onere della prova circa la legittima provenienza del bene grava su coloro che ne rivendicano la titolarità, non essendo necessaria la dimostrazione del nesso causale tra la presunta condotta illecita e l'acquisto del bene, essendo sufficiente la prova della sua illecita provenienza, a prescindere dalla tipologia di attività criminosa. La motivazione del provvedimento di confisca deve essere adeguata e logica, senza che sia necessaria una ricostruzione analitica di tutti gli elementi probatori, essendo sufficiente l'individuazione di un complesso di indizi gravi, precisi e concordanti, idonei a fondare il convincimento del giudice.