Cassazione penale Sez. V sentenza n. 40417 del 15 ottobre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:40417PEN

Massima

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La presunzione di adeguatezza della custodia cautelare in carcere prevista dall'art. 275, comma 3, c.p.p. opera anche nei confronti dell'imputato condannato in appello per il delitto di associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p., a prescindere dalla durata della pena residua da espiare e dal decorso del tempo trascorso in custodia cautelare, in assenza di ulteriori elementi idonei a dimostrare il venir meno delle esigenze cautelari connesse alla pericolosità sociale dell'imputato. Il giudice di appello, nel valutare la sussistenza dei presupposti per l'applicazione della misura cautelare, è tenuto a dare prevalenza alla presunzione di adeguatezza della custodia in carcere rispetto alle valutazioni sulla proporzionalità della misura e sulla durata della pena residua, in presenza di una sentenza di condanna per il delitto associativo, senza che assuma rilievo il mero decorso del tempo trascorso in custodia cautelare.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silva - rel. Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 620/2011 TRIB. LIBERTA' di CATANZARO, del 01/12/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. SILVANA DE BERARDINIS;

sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), che ha chiesto il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con ordinanza in data 1-12-2011 il Tribunale di Catanzaro, a seguito dell'appello proposto dal PG pres…

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