Il ricorso amministrativo è dichiarato improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse della parte ricorrente, qualora questa presenti successivamente all'impugnazione un'istanza di sanatoria edilizia ai sensi dell'art. 37 del D.P.R. 380/2001, in quanto tale circostanza comporta il venir meno dell'interesse alla decisione del ricorso originariamente proposto avverso il provvedimento di demolizione di opere abusive. In tali casi, il giudice amministrativo è tenuto a dichiarare l'improcedibilità del ricorso, senza pronunciarsi nel merito, in applicazione dell'art. 84, comma 4, del Codice del processo amministrativo, che prevede l'improcedibilità del ricorso per sopravvenuto difetto di interesse. Tale principio si fonda sulla natura strumentale del processo amministrativo, volto alla tutela di un interesse sostanziale del ricorrente, che viene meno quando la parte abbia presentato un'istanza di sanatoria, la cui definizione è rimessa all'Amministrazione competente. In tali ipotesi, il giudice non può entrare nel merito della legittimità del provvedimento impugnato, essendo precluso dalla sopravvenuta carenza di interesse, dovendo limitarsi a dichiarare l'improcedibilità del ricorso. La declaratoria di improcedibilità non comporta alcuna pronuncia sulle spese del giudizio, qualora l'Amministrazione intimata non si sia costituita in giudizio.