Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Ai fini del calcolo del termine di prescrizione relativo al reato di ricettazione, nell'ipotesi in cui manchi prova certa della data di acquisizione del bene da parte dell'imputato, il momento consumativo del reato deve essere individuato, in applicazione del principio del "favor rei", in prossimità della data di commissione del reato presupposto. Pertanto, il giudice è tenuto a verificare la data di commissione del reato di ricettazione al fine di accertare l'eventuale intervenuta prescrizione, tenendo conto del principio del "favor rei". Inoltre, la falsificazione di un assegno circolare o l'uso di un assegno circolare falso da parte di chi non abbia concorso nella falsità non integrano più fattispecie penalmente rilevanti, in quanto tali condotte non rientrano nella categoria delle falsità in scritture private previste dal nuovo articolo 491 c.p., che fa riferimento soltanto al testamento olografo, alla cambiale o ad altro titolo di credito trasmissibile per girata o al portatore, quali documenti "privati", equiparati agli atti pubblici, la cui falsificazione o il cui uso rimangono penalmente rilevanti.