Cassazione penale Sez. V sentenza n. 32963 del 24 luglio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:32963PEN

Massima

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Le dichiarazioni della persona offesa, se sottoposte a rigoroso vaglio di attendibilità, possono costituire prova sufficiente per l'affermazione della responsabilità penale dell'imputato, anche in assenza di ulteriori riscontri probatori, purché siano coerenti, prive di contraddizioni e sorrette da elementi di conferma esterni. Il giudice di merito, nel valutare la credibilità della persona offesa, deve tenere conto di tutti gli elementi di prova acquisiti, comprese le eventuali divergenze di percezione o di ricordo da parte di testimoni estranei, le quali non sono necessariamente indice di mendacità, ma possono dipendere dalla naturale fallibilità della memoria umana e dalla diversa prospettiva di osservazione dei fatti. Pertanto, il giudizio di condanna fondato sulle dichiarazioni della persona offesa, se adeguatamente motivato e immune da vizi logici o giuridici, non è censurabile in sede di legittimità, anche in presenza di elementi di prova apparentemente contrastanti, la cui valutazione rientra nell'esclusiva competenza del giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LOMBARDI ((omissis)) - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 55/2011 TRIBUNALE di MESSINA, del 16/12/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 29/05/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO SETTEMBRE;

Udito il Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Cassazione, Dott. D'ANGELO Giovanni, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Il Gi…

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