Cassazione penale Sez. V sentenza n. 41173 del 3 ottobre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:41173PEN

Massima

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Il dolo specifico del reato di furto non richiede necessariamente la volontà di trarre un'utilità patrimoniale dal bene sottratto, potendo anche consistere nel soddisfacimento di un bisogno psichico, come la finalità di dispetto, ritorsione o vendetta. Pertanto, ai fini della configurabilità del reato di furto, il fine di profitto può essere integrato dalla semplice volontà dell'imputato di non subire più la presenza degradante del bene sottratto nei pressi della propria attività, senza che sia necessario dimostrare l'intenzione di riutilizzare lo spazio liberato. La motivazione della sentenza di merito che abbia adeguatamente illustrato le ragioni per le quali la tesi difensiva alternativa è stata ritenuta priva di fondamento, soddisfa l'obbligo di motivazione, senza che sia necessario un'esplicita confutazione della stessa. Infatti, ove la sentenza indichi con chiarezza e logicità le circostanze e le emergenze processuali che hanno determinato il convincimento del giudice, non sussiste il vizio di preterizione, anche in assenza di una specifica ed esplicita confutazione della tesi difensiva disattesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. POSITANO Gabriel - rel. Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto dal difensore di:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 8/10/2013 della Corte d'appello di Milano;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. PISTORELLI Luca;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. IZZO Gioacchino, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. La Corte d'appello di Milano co…

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