Il reato di falsa dichiarazione ai fini dell'ammissione al patrocinio a spese dello Stato, di cui all'art. 95 del D.P.R. n. 115 del 2002, si configura a titolo di dolo generico, non richiedendo la consapevolezza delle conseguenze penali della falsa attestazione, ma la semplice violazione della disciplina che regola le condizioni di reddito per l'accesso al beneficio. L'errore sulla composizione del nucleo familiare o sulla natura dei redditi da considerare ai fini del beneficio non esclude la responsabilità, salvo che il dichiarante sia stato tratto in inganno da documenti fiscali predisposti da terzi, tali da ingenerare confusione o errore sulla consistenza patrimoniale da dichiarare. Ai fini della prescrizione del reato, rileva la recidiva reiterata infraquinquennale, quale circostanza aggravante ad effetto speciale, anche se ritenuta subvalente nel giudizio di bilanciamento con le concorrenti circostanze attenuanti. La determinazione della pena nel minimo edittale, se congrua e adeguatamente motivata in relazione ai criteri di cui all'art. 133 c.p., non è sindacabile in sede di legittimità.