Il giudice di legittimità, nell'esercizio del proprio ruolo di garante della corretta applicazione della legge, può convertire d'ufficio il ricorso per cassazione proposto dal Pubblico Ministero avverso una sentenza di proscioglimento pronunciata in sede di giudizio abbreviato in appello, in virtù della declaratoria di illegittimità costituzionale della norma che ne escludeva tale possibilità. Tale conversione, prevista dall'articolo 569, comma 3, del codice di procedura penale, consente di assicurare il rispetto del principio di parità delle parti e di garantire l'effettività del diritto di impugnazione del Pubblico Ministero, quale organo titolare dell'azione penale, al fine di consentire il riesame della decisione di proscioglimento da parte del giudice di secondo grado. Il giudice di legittimità, nel disporre la conversione del ricorso in appello, deve valutare la sussistenza dei presupposti di ammissibilità e procedibilità dell'impugnazione, verificando in particolare che le questioni sollevate dal Pubblico Ministero si riferiscano a vizi della motivazione o all'omessa assunzione di prove decisive, ai sensi dell'articolo 606, comma 1, lettera e), del codice di procedura penale. Tale conversione, pertanto, rappresenta uno strumento volto a garantire il rispetto del principio del giusto processo e dell'effettività della tutela giurisdizionale, assicurando il corretto esercizio del diritto di impugnazione del Pubblico Ministero avverso le sentenze di proscioglimento pronunciate in sede di giudizio abbreviato.