Cassazione penale Sez. V sentenza n. 27911 del 6 luglio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:27911PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle proprie funzioni, redige consapevolmente false attestazioni in atti pubblici, al fine di accreditare una situazione di fatto difforme dal vero, commette il reato di falso in atto pubblico, a prescindere dalla sussistenza di un danno concreto o di un vantaggio personale. Tale condotta, che lede la fede pubblica e la corretta documentazione dell'attività istituzionale, integra un grave indizio di colpevolezza e un concreto e attuale pericolo di reiterazione del reato, che giustifica l'applicazione di una misura cautelare interdittiva, anche quando il pubblico ufficiale abbia un pregresso e positivo percorso professionale, poiché la particolare disponibilità all'attestazione di falsità negli atti pubblici, in ragione della rilevanza di tali atti nell'ambito dell'attività di servizio e nei relativi procedimenti giudiziari, costituisce un fattore di concreto pericolo per il corretto svolgimento delle funzioni pubbliche, a prescindere dalla gravità del singolo episodio contestato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LAPALORCIA Grazia - Presidente

Dott. SAVANI Piero - rel. Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) n. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 2372/2015 TRIB. LIBERTA' di ROMA, del 9 novembre 2015 n. 51271/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. SAVANI Piero;
sentite le conclusioni del PG Dott. DI LEO G., per l'inammissibilita'.
FATTO E DIRITTO
Con l'ordinanza impugnata il Tribunale del riesame di Roma ha accolto l'appello del Pubblico Ministero avverso l'ordinanza con cui il Giudice per le Indagini preliminari del locale Tribunale avev…

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