Cassazione penale Sez. V sentenza n. 853 del 12 gennaio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:853PEN

Massima

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Il giudice della diffamazione, qualora sia eccepita la verità del fatto oggetto della condotta diffamatoria, ha l'obbligo di procedere direttamente all'accertamento di tale circostanza, non essendo sufficiente la mera pendenza di un procedimento penale a carico della persona offesa. A tal fine, il giudice deve valutare ogni elemento probatorio idoneo a dimostrare la veridicità del fatto attribuito al diffamato, senza limitarsi all'acquisizione di una sentenza penale definitiva di condanna, che costituisce solo una delle possibili modalità di prova della exceptio veritatis. Pertanto, il giudice non può rigettare la richiesta di acquisizione di documenti provenienti da altri procedimenti, civili o amministrativi, rilevanti ai fini della dimostrazione della verità del fatto, in quanto tale accertamento rientra nei suoi doveri istruttori, a prescindere dall'esito del procedimento penale a carico della persona offesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MICCOLI Grazia - Presidente

Dott. BELMONTE Maria - rel. Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 13/02/2019 della CORTE APPELLO di MESSINA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. MARIA TERESA BELMONTE;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. LOY MARIA FRANCESCA;
Il Procuratore Generale si riporta alla requisitoria scritta, chiedendo dichiararsi inammissibile il ricorso;
Udito il difensore avv. (OMISSIS), si riporta ai motivi di ricorso ed i…

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