Il provvedimento con cui il presidente di una sezione di corte d'appello dispone il ripristino di una misura cautelare in carcere, in sostituzione di quella degli arresti domiciliari precedentemente concessa, è abnorme e deve essere annullato senza rinvio, in quanto emesso da un'autorità giudiziaria non abilitata dalla legge a emettere provvedimenti coercitivi nei confronti di un imputato, senza l'iniziativa del pubblico ministero espressamente richiesta dall'art. 299 c.p.p., comma 3. In tal caso, il giudice di legittimità ordina l'immediata scarcerazione dell'imputato, se non detenuto per altro legittimo titolo, in relazione ai reati per i quali era stata emessa l'originaria ordinanza custodiale mai revocata. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che il presidente di una sezione di corte d'appello non può disporre d'ufficio il ripristino di una misura cautelare in carcere, in sostituzione di quella degli arresti domiciliari precedentemente concessa, in assenza di una richiesta del pubblico ministero ai sensi dell'art. 299 c.p.p., comma 3. Tale provvedimento, essendo abnorme, deve essere annullato senza rinvio, con conseguente immediata scarcerazione dell'imputato, se non detenuto per altro legittimo titolo, in relazione ai reati per i quali era stata emessa l'originaria ordinanza custodiale mai revocata.