Cassazione penale Sez. II sentenza n. 1928 del 16 gennaio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:1928PEN

Massima

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Il possesso ingiustificato di strumenti atti allo scasso, da parte di soggetto già condannato in via definitiva per reati contro il patrimonio, integra la fattispecie di reato di cui all'art. 707 c.p., in quanto tale previsione normativa non contrasta con i principi costituzionali di eguaglianza, offensività e finalità rieducativa della pena. La norma, infatti, mira a prevenire situazioni di pericolo per il patrimonio, tenendo conto delle precedenti condanne dell'agente, senza configurare una responsabilità per il mero "modo di essere" del soggetto, ma richiedendo la sussistenza di specifici requisiti oggettivi e soggettivi. Il precedente penale, pertanto, non costituisce un "marchio indelebile" che pone il condannato in una posizione di eterno sfavore, essendo possibile la cessazione degli effetti penali accessori mediante la riabilitazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. TADDEI Margherita B. - Consigliere

Dott. LOMBARDO Luigi - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS),

avverso la sentenza n. 2353/2011 CORTE APPELLO di L'AQUILA, del 18/04/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 08/10/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SERGIO BELTRANI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito il difensore di fiducia dell'imputato ricorrente, avv. (OMISSIS), che ha chiesto l'accog…

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