Cassazione penale Sez. III sentenza n. 50623 del 7 novembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:50623PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: Il giudice di legittimità, nel sindacare la motivazione della decisione impugnata, non può sostituire la propria valutazione delle risultanze processuali a quella compiuta dai giudici di merito, essendo preclusa una mera rilettura degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione sulla base di diversi parametri di ricostruzione e valutazione. Il controllo di legittimità è circoscritto alla verifica dell'assenza, nella motivazione, di argomenti viziati da evidenti errori logici, contrastanti con il senso della realtà, connotati da vistose e insormontabili incongruenze o inconciliabili con specifici atti del processo, tali da vanificare o rendere manifestamente incongrua la motivazione stessa. Pertanto, il ricorso per cassazione che si risolva in una mera rilettura degli elementi di fatto, senza individuare vizi logici o di ricostruzione, è inammissibile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAVALLO Aldo - Presidente

Dott. ANDREAZZA Gastone - Consigliere

Dott. LIBERATI Giovanni - Consigliere

Dott. DI STASI Antonella - rel. Consigliere

Dott. MENGONI Enrico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS) il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 03/12/2014 della Corte di appello di Lecce;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa DI STASI Antonella;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. BALDI Fulvio che ha concluso chiedendo la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 3.12.2014, la Corte di appello di Lecce in …

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