Il provvedimento di revoca o annullamento di un precedente parere favorevole all'assegnazione in sanatoria di un alloggio occupato abusivamente, pur lesivo e direttamente impugnabile, non dispone lo sgombero dell'immobile, in quanto la natura giuridica del bene, se appartenente al patrimonio disponibile dell'amministrazione e non a quello indisponibile per finalità di edilizia residenziale pubblica, preclude l'esercizio del potere di autotutela amministrativa ex art. 823, comma 2, c.c. per il recupero della disponibilità del bene occupato sine titulo. Inoltre, il provvedimento di revoca o annullamento, anche se qualificabile come tale in difetto assoluto di presupposti legittimanti il precedente parere favorevole, non richiede un'esplicita motivazione sull'interesse pubblico, essendo questo in re ipsa, mentre il rispetto del termine di 18 mesi previsto dall'art. 21-nonies della legge n. 241/1990 può essere utilmente invocato avverso l'eventuale atto terminale del procedimento di revoca, in uno con l'eventuale silenzio assenso formatosi sulla previa richiesta di assegnazione dell'alloggio occupato abusivamente.