Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La condanna per reati associativi, quali l'associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati di contrabbando e di contraffazione, può essere affermata anche in assenza di prove dirette della partecipazione dell'imputato all'associazione criminosa, purché il giudice di merito, sulla base di un logico e coerente ragionamento fondato su obiettivi dati fattuali, ritenga provata la sua consapevole e volontaria partecipazione ai reati fine, anche attraverso il contributo fornito nell'ambito delle mansioni svolte. La mera contestazione generica della ricostruzione giudiziale dei fatti, senza segnalare elementi decisivi per una pronuncia di assoluzione, non è sufficiente a superare la declaratoria di prescrizione dei reati, atteso che l'inevitabile rinvio della causa al giudice di merito, in caso di annullamento, è incompatibile con l'obbligo di immediata declaratoria di proscioglimento stabilito dall'art. 129 c.p.p.