Il medico legale che, nell'esercizio delle sue funzioni, partecipa consapevolmente ad un'associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di reati di falso e corruzione, attestando falsamente il decesso di persone al fine di agevolare le operazioni funerarie delle imprese funebri "committenti" e procurarsi ingiusti profitti, commette il reato di partecipazione ad associazione per delinquere di cui all'art. 416 c.p. Tale condotta integra altresì il reato di falso ideologico in atto pubblico di cui all'art. 479 c.p., in quanto il medico redige certificati necroscopici attestando falsamente di aver constatato personalmente il decesso, in cambio di somme di denaro. La gravità degli addebiti e il pericolo di recidiva giustificano l'applicazione di una misura cautelare, in quanto necessaria per recidere i rapporti dell'indagato con gli altri sodali e precluderne il reinserimento nel sistema di illeciti affari. Il giudice del riesame, nel confermare il titolo cautelare, può modificare la qualificazione giuridica data dal P.M. al fatto, purché nel rispetto dei limiti del fatto storico contestato, senza mutare il capo di imputazione.