Il provvedimento di demolizione di opere edilizie abusive è un atto vincolato per l'amministrazione, che non richiede una specifica motivazione in ordine all'interesse pubblico sotteso né una valutazione comparativa con gli interessi privati coinvolti. La presentazione di una domanda di sanatoria ex art. 36 d.P.R. n. 380/2001 (già art. 13 L. n. 47/1985) non paralizza i poteri sanzionatori dell'amministrazione, ma determina solo uno stato di quiescenza e temporanea non esecutività del provvedimento di demolizione, finché non sia decorso il termine di decisione sulla domanda e non si sia formato l'eventuale atto tacito di diniego, non impugnato tempestivamente. Inoltre, la mancata comunicazione di avvio del procedimento non determina l'annullabilità del provvedimento di demolizione, trattandosi di atto vincolato il cui contenuto non avrebbe potuto essere diverso. Infine, gli interventi abusivi realizzati in aree sottoposte a vincolo ambientale non sono suscettibili di sanatoria ai sensi dell'art. 32, comma 26, lett. a), della L. n. 326/2003 (c.d. "terzo condono"), che ammette la sanatoria solo per opere di minore rilevanza, esclusi gli aumenti di superficie o di volume.