Il vincolo di inedificabilità assoluta imposto dalla legge regionale n. 30 del 1974 sulla fascia di 300 metri dalla linea di battigia del mare, vigente al momento della realizzazione dell'abuso edilizio e della presentazione dell'istanza di condono, preclude la sanatoria dell'opera abusiva ai sensi dell'art. 33, comma 1, lettera b), della legge n. 47 del 1985, in quanto tale vincolo, di natura legislativa e non amministrativa, non è superabile attraverso il rilascio di un nulla-osta paesaggistico comunale o di un parere favorevole della Soprintendenza. L'istituto del condono edilizio, di natura eccezionale e straordinaria, impone un'interpretazione restrittiva dei relativi presupposti sostanziali di ammissibilità, senza che i privati possano invocare una disciplina sopravvenuta più favorevole in tema di vincoli di inedificabilità. Pertanto, il diniego di condono fondato sull'esistenza di un vincolo di inedificabilità assoluta sull'area di ubicazione dell'immobile abusivo, vigente al momento della realizzazione dell'abuso e della presentazione dell'istanza di condono, è legittimo e non può essere superato dal successivo rilascio di un nulla-osta paesaggistico comunale o di un parere favorevole della Soprintendenza.