Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 9443 del 5 marzo 2024

ECLI:IT:CASS:2024:9443PEN

Massima

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Il concetto di "appartenenza" ad un'associazione mafiosa, rilevante ai fini dell'applicazione delle misure di prevenzione, comprende la condotta che, pur non essendo riconducibile alla "partecipazione" in senso stretto, si sostanzia in un'azione, anche isolata, funzionale agli scopi associativi, con esclusione delle situazioni di mera contiguità o di vicinanza al gruppo criminale. Pertanto, il giudizio di pericolosità sociale del proposto deve essere ancorato a dati di significazione univoca e pregnante in ordine al suo apporto in favore dell'organizzazione 'ndranghetistica di riferimento, non essendo sufficiente la mera "vicinanza" e adesione morale e solidaristica di tipo personale che non ridondano a vantaggio della cosca. Inoltre, il giudizio prognostico di pericolosità sociale non può retroagire oltre un congruo lasso temporale rispetto all'accertamento del ruolo apicale del proposto all'interno dell'associazione mafiosa, non essendo sufficiente il mero dato di contiguità risalente a oltre un decennio prima, in assenza di elementi che dimostrino il perdurare della sua effettiva offensività. Infine, il definitivo giudicato assolutorio in sede penale, che escluda la rilevanza penale dei rapporti tra il proposto e i membri dell'associazione mafiosa, costituisce un elemento ostativo al successivo accertamento della pericolosità sociale e alla conseguente applicazione delle misure di prevenzione, non essendo sufficiente la mera "vicinanza" al sodalizio criminoso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta da

Dott. DE AMICIS Gaetano -Presidente

Dott. CAPOZZI Angelo -Relatore

Dott. ROSATI Martino -Consigliere

Dott. TRIPICCIONE Debora -Consigliere

Dott. D'ARCANGELO Fabrizio -Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da
Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Reggio Calabria nei confronti di
Ma.Ed., nato a R il (omissis)
avverso il decreto del 19/05/2023 della Corte di appello di Reggio Calabria
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso; udita la relazione svolta dal componente Angelo Capozzi;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Tomaso Epidendio, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilità del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il decreto in epigrafe la Corte di appello di …

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