Cassazione penale Sez. III sentenza n. 22444 del 28 maggio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:22444PEN

Massima

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Il giudice può disporre la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di un indagato quando sussistono gravi indizi di colpevolezza, desumibili anche dalla chiamata in correità di un concorrente e dal riconoscimento fotografico della vittima, nonché quando ricorrono esigenze cautelari, quali il pericolo di reiterazione del reato, anche in considerazione della gravità e della reiterazione delle condotte contestate in un breve lasso di tempo, a prescindere da eventuali limitazioni fisiche dell'indagato, qualora queste non siano incompatibili con la condotta criminosa addebitata. Il giudice, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari, deve effettuare un'analisi complessiva degli elementi probatori, senza sottovalutare le deduzioni difensive, ma attribuendo il giusto peso agli elementi di prova a carico dell'indagato, anche quando questi non fornisca un alibi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ONORATO Pierluigi - Presidente

Dott. CORDOVA Agostino - Consigliere

Dott. MARMO Margherita - Consigliere

Dott. AMOROSO Giovanni - Consigliere

Dott. AMORESANO Silvio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

MO. AB. , n. a (OMESSO);

avverso la ordinanza del 2 febbraio 2009 del tribunale di Bologna;

Udita la relazione fatta in pubblica udienza dal Consigliere Dott. ((omissis));

Udito il P.M., in persona del S. Procuratore Generale Dott. ((omissis)) che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

la Corte osserva:

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

1. Mo. Ab. , indagato per i reati di rapina, …

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