Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 40961 del 12 ottobre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:40961PEN

Massima

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La partecipazione ad un'associazione di tipo mafioso, quale reato permanente, si instaura nella prospettiva di una futura permanenza a tempo indeterminato nel sodalizio criminoso e si protrae fino allo scioglimento della consorteria, salvo che non intervenga un recesso attivo o altra ipotesi di dismissione della qualità di partecipe, accertata in base a condotte esplicite, coerenti e univoche, non desumibili da meri elementi indiziari di incerta valenza. L'evento della morte violenta di uno stretto congiunto associato al sodalizio, all'esito di una faida interna, rappresenta un impedimento di ordine oggettivo all'ulteriore partecipazione al gruppo criminale e come tale può essere apprezzato nella prospettiva della dedotta rescissione del legame associativo. Pertanto, quando venga acquisita la prova positiva della cessazione della partecipazione all'associazione mafiosa, è compito del giudice, come per ogni altro reato permanente, apprezzare gli effetti del decorso del tempo ai fini della prescrizione del reato. La valutazione delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, pur essendo rimessa alla discrezionalità del giudice di merito, deve essere congruamente e non contraddittoriamente motivata, con riferimento all'autonomia e all'indipendenza delle chiamate in correità, alla personalità dei dichiaranti e alla convergenza delle rispettive propalazioni sul tema da provare. Il giudice di legittimità non può sostituire i propri apprezzamenti a quelli dei giudici di merito, salvo che non vengano dedotte macroscopiche illogicità o irragionevolezze nella motivazione. Infine, il riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, pur rientrando nella discrezionalità del giudice, deve essere adeguatamente motivato, tenendo conto anche della personalità dell'imputato, della sua condotta precedente e successiva al reato, nonché del suo comportamento processuale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Presidente

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1) (OMISSIS), n. (OMISSIS);
2) (OMISSIS), n. (OMISSIS);
3) (OMISSIS), n. (OMISSIS);
4) (OMISSIS), n. (OMISSIS);
5) (OMISSIS), n. (OMISSIS);
6) (OMISSIS), (OMISSIS);
7) (OMISSIS), n. (OMISSIS);
8) (OMISSIS), (OMISSIS);
9) (OMISSIS), n. (OMISSIS);
10) (OMISSIS), n. (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 2321/13 della Corte d'Appello di Napoli del 22/04/2013;
esaminati gli atti e letti i ricorsi ed il provvedimento decisorio impugnato;
udita in pubblica udienza la relazio…

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