Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 32958 del 6 luglio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:32958PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando della propria funzione, accetta la promessa o la dazione di denaro o altra utilità da un soggetto detenuto, compiendo atti contrari ai doveri d'ufficio e violando i principi di imparzialità e segretezza, commette il reato di corruzione. Tale condotta integra un grave pericolo di reiterazione del reato, che giustifica l'applicazione di una misura cautelare personale, anche in considerazione della negativa personalità del soggetto, caratterizzata dalla commissione di ulteriori reati all'interno del carcere. Tuttavia, il venir meno della misura cautelare più afflittiva, con la sua sostituzione con una misura meno grave, comporta la sopravvenuta carenza di interesse all'impugnazione, salvo che l'interessato dimostri in modo specifico e motivato il pregiudizio derivante dalla mancata adozione della misura originaria, in quanto presupposto per il riconoscimento del diritto a un'equa riparazione per la custodia cautelare subita ingiustamente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. GIORDANO Emilia Anna - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - rel. Consigliere

Dott. SCALIA Laura - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
1. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
2. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
3. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la ordinanza del 09/02/2017 del Tribunale di Roma;
visti gli atti, il provvedimento denunziato e i ricorsi;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa Ersilia Calvanese;
udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott.ssa CARDIA Delia, che ha concluso chiedendo…

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