Il risanamento conservativo di un immobile, volto a conservarne l'organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che non ne alterino in modo sostanziale la struttura, non richiede il rilascio di una concessione onerosa, ma soltanto di un'autorizzazione gratuita, anche qualora comporti una modifica della destinazione d'uso purché questa sia compatibile con le caratteristiche edilizie dell'immobile. L'imposizione del contributo di urbanizzazione presuppone un effettivo aumento del carico urbanistico della zona, che non ricorre quando il mutamento di destinazione d'uso avviene nell'ambito della stessa categoria indicata dal d.m. 2 aprile 1968. La sanzione pecuniaria prevista dall'art. 13, comma 3, della legge n. 47 del 1985 per la mancata preventiva acquisizione della concessione, avente natura meramente afflittiva in assenza di compromissione di valori urbanistici, non è applicabile retroattivamente a interventi realizzati anteriormente all'entrata in vigore di tale disposizione, in assenza di espressa previsione legislativa.