Cassazione penale Sez. V sentenza n. 3073 del 22 gennaio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:3073PEN

Massima

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Il diritto di cronaca giudiziaria, quale causa di giustificazione del reato di diffamazione a mezzo stampa, presuppone che la notizia propalata rispecchi fedelmente il contenuto del provvedimento giudiziario, senza alterazioni o travisamenti, e che la narrazione sia improntata a criteri di obiettività e continenza, evitando enfasi o indebite anticipazioni di colpevolezza, nel rispetto del principio costituzionale di presunzione di innocenza. L'esimente opera anche in relazione alla fase delle indagini preliminari, purché il cronista si limiti a una fedele riproduzione del contenuto dell'addebito oggetto di attenzione investigativa, senza sbilanciamenti a favore dell'ipotesi accusatoria. Tuttavia, l'attribuzione di un fatto-reato diverso da quello effettivamente accertato nel corso delle indagini, così come l'indicazione nominativa di soggetti indagati, pur in assenza di provvedimenti formali, integrano una lesione della reputazione tutelata dal delitto di diffamazione, non potendosi ritenere irrilevanti tali inesattezze per la stima sociale del soggetto coinvolto. Ai fini dell'individuazione del destinatario dell'offesa diffamatoria, è necessario fare ricorso a un criterio oggettivo, desumibile dalla stessa prospettazione dell'offesa, senza poter ricorrere a intuizioni o congetture soggettive. Pertanto, in mancanza dell'indicazione nominativa del soggetto leso, non è configurabile il reato di diffamazione quando l'attribuzione lesiva dell'altrui reputazione non sia riferibile a persone individuabili ed individuate, anche in ragione della loro attività. La misura del risarcimento del danno morale, infine, deve essere commisurata alla gravità oggettiva della condotta diffamatoria, senza poter essere ricondotta al solo ambito del danno prevedibile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - rel. Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS), e da (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza pronunciata dalla corte di appello di Roma il 28.5.2014 nei confronti del suddetto (OMISSIS) e di (OMISSIS), nato a (OMISSIS); (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed i ricorsi;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. Alfredo Guardiano;
udito il Pubblico Ministero nella persona del sostituto procuratore
generale Dott. CARDINO Alberto, che ha concluso per l'inammissibi…

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