Consiglio di Stato sentenza n. 3805 del 2020

ECLI:IT:CDS:2020:3805SENT

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'ordine di demolizione di un manufatto edilizio è atto dovuto e vincolato per l'amministrazione comunale quando l'opera sia stata realizzata in totale difformità dal titolo edilizio originariamente rilasciato, senza che sia possibile procedere all'accertamento di conformità ai sensi dell'art. 36 del d.P.R. n. 380 del 2001. Ciò in quanto l'abuso edilizio integra non solo una violazione formale, ma anche una violazione sostanziale della disciplina urbanistica ed edilizia vigente. L'impossibilità di procedere all'accertamento di conformità sussiste anche quando l'area su cui insiste il manufatto abusivo sia sottoposta a vincolo paesaggistico, in quanto l'art. 167 del d.lgs. n. 42 del 2004 preclude aprioristicamente la sanatoria di qualsiasi intervento comportante creazione di nuovi volumi o superfici utili, a prescindere dalla loro destinazione d'uso. Tale preclusione non può essere superata invocando la qualificazione di "volume tecnico" attribuita ad alcune parti dell'edificio in sede urbanistica, in quanto le qualificazioni giuridiche rilevanti sotto il profilo paesaggistico non sono automaticamente trasferibili dal diverso contesto disciplinare edilizio. La questione di legittimità costituzionale dell'art. 167, comma 4, del d.lgs. n. 42 del 2004, prospettata per la limitazione delle ipotesi di accertamento postumo di compatibilità paesaggistica, è comunque manifestamente infondata, in quanto la Costituzione rimette al legislatore la determinazione dei limiti della proprietà per assicurarne la funzione sociale e la tutela dei valori paesaggistici. Infine, la sanzione pecuniaria in luogo della demolizione, prevista dall'art. 34 del d.P.R. n. 380 del 2001, può trovare applicazione solo in caso di parziale difformità, mentre nel caso di totale abuso edilizio l'ordine di demolizione è atto dovuto e vincolato, senza necessità di ulteriore motivazione.

Sentenza completa

Pubblicato il 15/06/2020

N. 03805/2020REG.PROV.COLL.

N. 03641/2015 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 3641 del 2015, proposto da
((omissis)), rappresentato e difeso dagli avvocati ((omissis)), ((omissis)), con domicilio eletto presso lo studio ((omissis)) in Roma, via ((omissis)), n. 29;

contro

COMUNE DI SANT’ANASTASIA, in persona del Sindaco pro tempore, rappresentato e difeso dall’avvocato ((omissis)), domiciliato presso la Segreteria del Consiglio di Stato in Roma, piazza Capo di Ferro, n. 13;
REGIONE CAMPANIA, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dall’avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso il suo studio i…

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