Cassazione penale Sez. II sentenza n. 17335 del 5 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:17335PEN

Massima

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Il reato di rapina aggravata si configura quando l'agente, pur ritenendo di esercitare un proprio diritto di credito, si impossessa della cosa altrui mediante violenza o minaccia, in assenza di una pretesa giuridicamente azionabile. Ciò in quanto l'elemento distintivo tra il delitto di rapina e quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni risiede nell'elemento soggettivo: nel primo caso l'agente agisce al fine di procurare a sé o ad altri un profitto ingiusto, ben sapendo che quanto pretende non gli spetta e non è giuridicamente azionabile, mentre nel secondo caso agisce nella ragionevole opinione di esercitare un diritto con la coscienza che l'oggetto della pretesa gli spetti. Pertanto, anche qualora l'agente ritenga in buona fede di esercitare un proprio diritto di credito, il ricorso a modalità violente che denotano la mera volontà di impossessarsi della cosa integra il reato di rapina, a prescindere dalla fondatezza della pretesa creditoria. Ciò in quanto l'esercizio delle proprie ragioni con violenza sulle cose o sulle persone, commesso con minaccia dell'esercizio di un diritto in sé non ingiusta, può comunque integrare il reato di rapina qualora si estrinseci con modalità violente che denotano soltanto la volontà di impossessarsi della cosa, a prescindere dalla fondatezza della pretesa creditoria. Inoltre, la circostanza che l'agente abbia più volte chiesto la restituzione del denaro non elimina la gravità dell'aggressione, che risulta assolutamente estranea ad ogni ragionevole intento di esercitare un preteso diritto di credito lecito. Infine, è irrilevante che il denaro di cui si pretende la restituzione sia di provenienza illecita, in quanto ciò determina comunque l'illiceità del negozio giuridico sottostante e l'inazionabilità della pretesa creditoria, anche sotto il profilo putativo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. CASUCCI Giulia - rel. Consigliere

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) TE. FE. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 5930/2006 CORTE APPELLO di MILANO, del 29/03/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 29/03/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIULIANO CASUCCI;

udito il P.G. in persona del Dott. SALVI Giovanni che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Con sentenza i…

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