Il giudice di legittimità, nel pronunciare la sentenza, ha enunciato i seguenti principi di diritto: 1. Ai fini del computo del termine di prescrizione del reato, la recidiva contestata all'imputato deve essere ritenuta rilevante anche quando, all'esito del giudizio di bilanciamento ex art. 69 c.p., sia stata riconosciuta subvalente rispetto alle circostanze attenuanti. Ciò in quanto l'art. 157 c.p., comma 3, esclude espressamente che il giudizio di cui all'art. 69 c.p. possa incidere sulla determinazione della pena massima del reato, la quale rileva ai fini della prescrizione. 2. In tema di disciplina della prescrizione a seguito dell'emergenza pandemica da Covid-19, la sospensione del termine per complessivi 64 giorni, prevista dal d.l. n. 18 del 2020, art. 83, comma 4, si applica solo ai procedimenti la cui udienza sia stata fissata nel periodo compreso dal 9 marzo all'11 maggio 2020, nonché a quelli per i quali fosse prevista la decorrenza, nel predetto periodo, di un termine processuale. Tale sospensione non opera in maniera generalizzata per tutti i procedimenti pendenti, in quanto la relativa disciplina presuppone che il procedimento abbia subito una effettiva stasi a causa delle misure adottate per arginare la pandemia. 3. La Corte Costituzionale, con sentenza n. 140 del 2021, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del d.l. n. 18 del 2020, art. 83, comma 9, nella parte in cui prevede la sospensione del corso della prescrizione per il tempo in cui i procedimenti penali sono rinviati ai sensi del precedente comma 7, lettera g), e in ogni caso, non oltre il 30 giugno 2020, rilevando che tale fattispecie di rinvio del processo non soddisfa il canone della sufficiente determinatezza per legge della fattispecie da cui consegue l'effetto sostanziale dell'allungamento della durata del termine di prescrizione.