Il registro di classe costituisce un atto pubblico in quanto dotazione obbligatoria in ciascuna classe, destinato a fornire la prova di fatti giuridicamente rilevanti e a documentare avvenimenti relativi all'amministrazione scolastica. Le attestazioni ivi apposte dall'insegnante, sia esso titolare del corso o insegnante tecnico-pratico, hanno valore di pubblica fede, in quanto documentano non solo la presenza dell'insegnante, ma anche l'attività didattica da lui svolta nell'esercizio della sua funzione pubblica. La falsa attestazione da parte del pubblico dipendente circa la propria presenza in aula, come risultante dal registro di classe, integra il reato di falso ideologico in atto pubblico, indipendentemente dal fatto che tale attestazione sia finalizzata anche all'indebita percezione della relativa retribuzione, configurando in tal caso anche il reato di truffa aggravata. Il giudice di merito, nel valutare la responsabilità dell'imputato, non è tenuto a dare compiuta risposta a tutte le specifiche deduzioni difensive, essendo sufficiente una motivazione adeguata che dia conto della valutazione complessiva degli elementi di prova acquisiti.