Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 29257 del 26 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:29257PEN

Massima

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Il legittimo esercizio del diritto di difesa, ai sensi dell'art. 51 c.p., si configura esclusivamente entro i limiti della necessaria confutazione delle accuse rivolte all'imputato, senza che tale condotta possa comprendere l'attribuzione di ulteriori fatti di reato di cui si abbia consapevolezza dell'innocenza della controparte. Pertanto, l'imputato che, nell'esercizio del diritto di difesa, attribuisca alla persona offesa fatti calunniosi di cui sia certo dell'insussistenza, eccede i suddetti limiti, rendendo applicabile il reato di calunnia di cui all'art. 368 c.p. La scriminante di cui all'art. 51 c.p. non opera in tali ipotesi, in quanto il diritto di difesa deve necessariamente contemperarsi con il dovere di non accusare ingiustamente altri di reati di cui si abbia la certezza dell'innocenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SEST PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. SERPICO Frances - rel. Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) IE. GI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 3735/2003 CORTE APPELLO di TORINO, del 29/02/2008;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 06/07/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO SERPICO.

OSSERVA

Sull'appello proposto da IE. GI. avverso la sentenza del Tribunale di Alessandria in data 6-3-2003 che, tra l'altro e per quel qui interesse, l…

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