Il diritto di opzione all'acquisto di un immobile pubblico, previsto dall'art. 3, comma 3, del d.l. n. 351/2001 e dall'art. 7-bis del d.l. n. 203/2005, spetta al conduttore o all'occupante abusivo che risulti in possesso dei requisiti previsti dalla vigente normativa sulle assegnazioni degli alloggi di enti pubblici, a condizione che provveda al pagamento dell'indennità di occupazione e al rimborso degli oneri accessori dovuti. Tale diritto di opzione configura una situazione di diritto soggettivo, la cui tutela rientra nella giurisdizione del giudice ordinario, salvo che non sia in corso una procedura di dismissione dell'immobile, nel qual caso la verifica dei presupposti per l'esercizio del diritto di opzione da parte dell'amministrazione rientrerebbe nella giurisdizione del giudice amministrativo. Pertanto, in assenza di una procedura di dismissione in atto, il ricorso proposto dall'occupante abusivo per l'accertamento del proprio diritto di opzione è inammissibile per difetto di giurisdizione, dovendo la relativa controversia essere devoluta alla cognizione del giudice ordinario.