Il servizio militare obbligatorio di leva, già sospeso a decorrere dal 1° gennaio 2005, è stato definitivamente abolito dall'ordinamento giuridico italiano, con la conseguente implicita abrogazione delle norme penali che ne sanzionavano il rifiuto o la mancata presentazione. Tale riforma, introdotta dalla legge n. 226 del 2004, ha determinato un radicale mutamento del sistema di reclutamento delle Forze Armate, che si basa ora esclusivamente sul volontariato, consentendo il ripristino del servizio di leva obbligatorio solo in situazioni eccezionali di guerra o grave crisi internazionale, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri e decreto del Presidente della Repubblica. Pertanto, la condotta di chi in precedenza aveva rifiutato di prestare il servizio militare obbligatorio non è più punibile, in applicazione del principio di irretroattività della legge penale più sfavorevole sancito dall'art. 2, comma 2, del codice penale. La nuova disciplina, pur prevedendo un termine finale per il completamento della transizione al nuovo sistema, non può essere considerata una legge temporanea, in quanto non introduce una parentesi straordinaria di vigenza, ma realizza un definitivo superamento del previgente modello di reclutamento obbligatorio.