Il consumo di gruppo di sostanze stupefacenti, sia nell'ipotesi di acquisto congiunto che in quella di mandato all'acquisto collettivo ad uno dei consumatori, non è penalmente rilevante ma integra l'illecito amministrativo sanzionato dall'art. 75 del D.P.R. n. 309/1990, a condizione che: 1) l'acquirente-mandatario, che materialmente procede all'acquisto, sia anche uno degli assuntori; 2) sia certa sin dall'inizio l'identità dei componenti del gruppo nonché manifesta la comune e condivisa volontà di procurarsi la sostanza destinata al consumo personale; 3) sia raggiunta l'intesa in ordine al luogo ed ai tempi del relativo consumo; 4) gli effetti dell'acquisizione "traslino" direttamente in capo agli interessati, senza passaggi mediati che configurerebbero autonome cessioni penalmente rilevanti. In mancanza di tali requisiti, la condotta deve essere qualificata come detenzione illecita finalizzata alla cessione, integrando il reato di cui all'art. 73 del D.P.R. n. 309/1990, essendosi in presenza di una condotta di cessione "mascherata" da "uso di gruppo".