Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 24027 del 24 agosto 2020

ECLI:IT:CASS:2020:24027PEN

Massima

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Il maltrattamento abituale in ambito familiare, caratterizzato da condotte reiterate di violenza fisica e morale, umiliazioni e minacce, che determinano uno stato di prostrazione e sofferenza fisica e psicologica nelle vittime, integra il reato di cui all'art. 572 c.p. anche in assenza di referti medici o denunce precedenti, essendo sufficiente la valutazione della credibilità e attendibilità delle dichiarazioni rese dalla persona offesa e dai minori coinvolti, a prescindere da eventuali successive ritrattazioni, purché sorrette da una motivazione logica e completa che tenga conto del contesto familiare e delle dinamiche relazionali. In tali casi, non è configurabile il meno grave reato di abuso dei mezzi di correzione di cui all'art. 571 c.p., in quanto le condotte violente e vessatorie non possono essere considerate come aventi finalità educativa. La gravità e reiterazione delle condotte illecite, nonché l'indole violenta dell'agente, costituiscono adeguata motivazione per l'irrogazione di una pena superiore al minimo edittale, senza che il giudice sia tenuto a valorizzare ogni singolo elemento indicato nell'art. 133 c.p. Sono invece generiche e indeterminate le argomentazioni difensive volte a giustificare l'applicazione delle circostanze attenuanti generiche sulla base di criteri vaghi e non specificamente riferiti alla tipologia di reato e alle caratteristiche soggettive delle vittime.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. RICCIARELLI Massimo - Presidente

Dott. GIORDANO Emilia - rel. Consigliere

Dott. AMOROSO Riccardo - Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - Consigliere

Dott. ROSATI Martino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 18/02/2019 della Corte di Appello di Catanzaro;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo dichiarare inammissibile il ricorso;
udito il difensore del ricorrente, avvocato (OMISSIS), che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN …

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